Il benessere degli animali acquatici allevati durante le operazioni di trasporto

Un sondaggio commissionato dalle associazioni rivela che il 91% dei cittadini europei sostiene una maggiore protezione per i pesci allevati.

Giovedì 13 febbraio si è tenuta al Parlamento europeo di Strasburgo una riunione dell’Intergruppo “Benessere e protezione degli animali”, al fine di avviare la discussione sulla protezione degli animali acquatici allevati durante le operazioni di trasporto e sulle tecniche di acquacoltura utilizzate nei Paesi dell’Ue.

La seduta è stata presieduta dalla vice-presidente dell’Intergruppo, Tilly Metz (Verdi), la quale ha sottolineato la mancanza di attenzione normativa sul benessere degli animali acquatici, nonostante il loro numero elevato negli allevamenti europei: si stima che ogni anno siano allevati circa un miliardo di pesci nell’Ue. La MEP ha evidenziato l’urgenza di introdurre nella legislazione europea l’obbligo di metodi di stordimento pre-macellazione più benevoli, in linea con le mutate evidenze scientifiche e idonei a evitare una ingiustificata sofferenza agli animali coinvolti, alla luce del riconoscimento ormai pacifico della loro senzienza.

La necessità di introdurre un obbligo di stordimento previo all’uccisione degli animali acquatici è stata sostenuta anche da Griffin Carpentier, economista ambientale specializzato sull’impatto economico sulle politiche ambientali, che ha condotto un’analisi economica circa i benefici finanziari di questa tecnica.

Lo studio di Carpentier mostra che l’implementazione dello stordimento pre-macellazione nell’acquacoltura dei Paesi dell’Ue aumenterebbe i costi di produzione solo del 2%, mantenendo stabile la redditività del settore, precisando che i finanziamenti sono disponibili tramite il Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura (FEAM).

Nel settembre del 2024, le associazioni per la tutela dei diritti degli animali Eurogroup for Animals e Compassion in World Farming (CIWF) hanno pubblicato un sondaggio condotto dal Sapience Institute su 9.000 cittadine e cittadini europei in nove paesi chiave per l’acquacoltura, tra cui l’Italia, con l’obiettivo di valutare la percezione del pubblico degli animali acquatici, la consapevolezza delle pratiche di allevamento e il consumo di prodotti ittici. I risultati del sondaggio hanno mostrato un forte sostegno per una maggiore protezione dei pesci d’allevamento: il 91% delle cittadine e cittadini dell’Ue (il 94% in Italia) ritiene che gli animali acquatici debbano essere tutelati nella stessa misura o in misura maggiore rispetto agli altri animali allevati a scopo alimentare. Per di più, l’80% degli intervistati (il 91% in Italia) desidera che i finanziamenti dell’Ue siano assegnati ad allevamenti con un elevato standard di benessere.

Nonostante la quasi totalità delle cittadine e cittadini dell’Ue siano favorevoli a una migliore protezione per gli animali acquatici, la consapevolezza circa le condizioni di allevamento rimane bassa, con molti che non sono a conoscenza degli alti tassi di mortalità, dell’uso di pesce selvatico nei mangimi per pesci d’allevamento e della mancanza di stordimento prima della macellazione: molto spesso, i pesci subiscono una morte lenta e dolorosa per asfissia o vengono addirittura eviscerati vivi.

Annamaria Pisapia, direttrice di CIWF Italia, ha accolto con soddisfazione i risultati del sondaggio, che dimostrano quanto la stragrande maggioranza delle persone intervistate nell’Ue abbia a cuore il benessere dei pesci allevati. Tuttavia, non ha nascosto le sue preoccupazioni per un basso tasso di consapevolezza nella cittadinanza circa le crudeltà che possono essere inflitte durante l’allevamento e la macellazione: «I pesci, come gli animali allevati sulla terraferma, sono esseri senzienti e hanno bisogno di leggi che riducano quanto più possibile le loro sofferenze. Esortiamo quindi la Commissione europea a rispondere alle preoccupazioni espresse da cittadini e cittadine e a introdurre leggi specie-specifiche per i pesci».

Alla riunione è intervenuto anche Andrea Gavinelli (DG SANTE), che ha fornito aggiornamenti sulla proposta della Commissione europea per un Regolamento sul trasporto degli animali, focalizzandosi sul benessere dei pesci.

La proposta della Commissione definisce per la prima volta gli animali acquatici, includendo, oltre ai pesci, anche i cefalopodi e i decapodi. La proposta richiede che sia vietato il trasporto di animali in maniera tale da causare una sofferenza ingiustificata e per quanto riguarda gli animali acquatici, deve essere garantita una sufficiente disponibilità di acqua e una sua qualità adeguata; per di più, riconosce il carattere fondamentale del monitoraggio dei parametri dell’acqua durante il trasporto, definendo come una “grave violazione” l’inottemperanza dell’obbligo.

SUl punto, diversi MEPs, tra cui Isabella Lövin (Verdi) ed Emma Wiesner (Renew Europe), membra della Commissione per la Pesca (PECH), hanno sollevato preoccupazioni sulle lacune della proposta di regolamento, come l’esclusione dell’applicazione alle specie elencate nella lista CITES, ai pesci ornamentali, ai pesci destinati alla ristorazione, nonché ai mammiferi marini. Le due eurodeputate esprimono perplessità anche sulla situazione dei tonni allevati, i quali sono costretti a una detenzione in gabbia in mare aperto, per poi essere trasportati per molti giorni, percorrendo parecchi chilometri, sempre all’interno della gabbia.

La discussione ha evidenziato l‘urgente necessità di modernizzare le normative sull’acquacoltura e sui trasporti in linea con le prove scientifiche e le aspettative dei consumatori. L’Intergruppo ha ribadito il suo impegno a spingere verso un avanzamento della normativa, in linea con la revisione della disciplina sul benessere degli animali, promessa dalla Commissione europea per il 2026, sostenendo il bisogno di una protezione completa per gli animali acquatici.

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