Mentre ci avviciniamo alle elezioni europee del prossimo 8 e 9 giugno, emerge un dato chiaro e incontrovertibile: la stragrande maggioranza degli italiani ritiene la tutela degli animali un tema di primaria importanza. Secondo l’ultimo sondaggio Youtrend/Quorum, l’85% degli elettori italiani desidera che la politica si impegni maggiormente nella difesa dei diritti animali. Questo interesse è trasversale e abbraccia tutte le fasce d’età e gli orientamenti politici, dimostrando come la protezione degli animali non sia un tema marginale, ma un autentico punto di condivisione valoriale.
Il sondaggio rivela che un significativo 57% degli elettori preferirebbe votare per candidati che mettono al centro della loro agenda anche la tutela degli animali. Ancora più interessante, il 60% degli elettori che si dichiarano sensibili a queste tematiche è propenso a esprimere una preferenza chiara per politici impegnati attivamente nella difesa animale. Questo dato non solo sottolinea l’importanza crescente delle istanze animaliste nel panorama elettorale, ma evidenzia anche un’opportunità unica per quei partiti e quei candidati che vogliono rappresentare questa voce. A oggi infatti non c’è un partito che si sia concretamente distinto nelle proprie azioni o circa gli impegni assunti nei confronti degli elettori circa queste tematiche.
Le richieste degli italiani in termini di tutela animale sono chiare e articolate, ma a oggi paiono sottovalutate, quando non ascoltate. Un’ampia maggioranza chiede l’eliminazione di pratiche crudeli negli allevamenti (76%), restrizioni severe sul commercio di pellicce (63%), e standard minimi chiari per la tracciabilità e l’allevamento di cani e gatti (73%). Inoltre, il 70% degli intervistati esige maggiori protezioni per la fauna selvatica, evidenziando un desiderio complessivo di politiche più etiche e sostenibili. Un trend, quello di una maggiore consapevolezza e riequilibrio del rapporto uomo-animale, che chiede delle azioni concrete e un segnale tangibile da parte della politica. I partiti, però, a oggi non paiono voler fare proprie queste istanze, rimanendo maggiormente sensibili alle richieste e alle pressioni esercitate da alcune categorie economiche e produttive.
Da una parte abbiamo milioni di cittadini che chiedono di intraprendere un percorso di cambiamento, dall’altra alcune multinazionali e rappresentanti di categoria che premono per mantenere lo status quo.
Di fronte a questi dati però, la campagna “Vote for Animals” invita tutti i partiti e i candidati a prendere posizione, rispondendo al chiaro appello da parte dei cittadini. Le principali associazioni animaliste italiane, unite in questa iniziativa, hanno delineato un manifesto di dieci punti che cristallizzano la volontà popolare emersa dai sondaggi, chiedendo impegni concreti per la tutela animale in Europa. Tra questi, figurano la promozione di leggi più severe per la protezione degli animali in agricoltura e l’adozione di politiche che garantiscano la biodiversità e la protezione degli habitat naturali. Una linea volta a tutelare gli animali, ma anche la salute umana, nel rispetto del principio di One Health.
Non si tratta dunque di singoli provvedimenti, ma di un vero e proprio cambio di paradigma, per plasmare il futuro dell’Europa e del nostro pianeta.
Per una volta, per i politici, guardare alle prossime elezioni e alle prossime generazioni coincide, con buona pace di DeGasperi.
L’appuntamento elettorale del prossimo giugno rappresenta dunque un momento cruciale per dimostrare che il potere è ancora nelle mani del Popolo, il quale può e deve condizionare le scelte politiche dei propri rappresentanti. Ogni voto può contribuire a definire un futuro più giusto per gli animali e più sano per tutti noi. Ogni voto rappresenta un mattoncino fondamentale per costruire, insieme, la nostra casa del domani.
E tu, voterai per loro?
*Le organizzazioni coordinatrici di Vote for Animals in Italia sono Animal Law Italia, CIWF Italia, Essere Animali e LAV. Aderiscono Animal Equality Italia, Animalisti Italiani, ENPA, LAC, Leidaa, LNDC Animal Protection, Save the Dogs.
Nota metodologica:
Sondaggio svolto con metodologia CATI, CAMI e CAWI tra il 4 e il 9 Aprile 2024 su un campione di 1500 intervistati rappresentativi della popolazione maggiorenne residente in Italia, indagati per quote di genere ed età incrociate, stratificate per titolo di studio. Il margine d’errore è del +/- 2,5% con un intervallo di confidenza del 95%