Fermiamo l’accordo
UE-Mercosur!

Firma per dire NO a un accordo commerciale che sacrifica gli animali e l'ambiente, mettendo a rischio le riforme della legislazione europea.

Chiediamo al Governo italiano di bloccare la ratifica dell'accordo commerciale tra UE e Mercosur (Brasile, Argentina, Uruguay, Paraguay) finché non verranno garantiti standard equivalenti a quelli europei per benessere animale, ambiente e salute.

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Perché è urgente

Questo accordo danneggia animali, ambiente, salute pubblica e agricoltura sostenibile, rischiando di vanificare qualunque progresso fatto negli ultimi anni.

LE PRINCIPALI CRITICITÀ

Benessere animale ignorato

L’accordo permette l’importazione di carne da Paesi che non rispettano gli standard europei su allevamento, trasporto e macellazione.

Nessun obbligo vincolante sul benessere degli animali

Gli animali da allevamento nei Paesi Mercosur spesso vivono in condizioni estreme: polli a crescita rapida in densità altissime, bovini confinati in feedlot, mutilazioni senza anestesia. Tutto ciò è vietato o regolato in Europa, ma l’accordo permetterebbe l’ingresso libero di questi prodotti nel mercato unico.

Con l’accordo:

❌ Si potrà importare carne da allevamenti con mutilazioni senza anestesia;

❌ Agli animali potranno essere somministrati ormoni e antibiotici vietati in UE;

❌ La carne proverrà da allevamenti in cui non esiste nessuna tutela per il benessere animale.

Tutto questo, finirà nei nostri supermercati.

Un incentivo agli allevamenti intensivi

Mercosur esporta carne prodotta con pratiche intensificative e a basso costo, come feedlot per i bovini e allevamenti avicoli senza limiti di densità.

Questo contrasta direttamente con la direzione intrapresa dalla UE, che sta riformando la legislazione per vietare le gabbie, ridurre mutilazioni e fermare l’uso di razze a crescita rapida.

Tradisce la riforma UE sul benessere animale

L’UE sta lavorando a una storica riforma per vietare le gabbie, eliminare le mutilazioni e tutelare di più gli animali. Ma l’accordo con il Mercosur potrebbe entrare in vigore prima di queste norme, vanificandone gli effetti e incentivando le stesse pratiche crudeli che vogliamo eliminare.

Rischio ambientale

I prodotti importati vengono da aree colpite da deforestazione e uso massivo di pesticidi vietati da decenni nell'UE.

L’accordo stimolerebbe l’importazione di carne e soia da aree colpite da deforestazione massiccia, come l’Amazzonia e il Cerrado. L’Europa, pur avendo approvato una legge per fermare la deforestazione importata, verrebbe costretta ad accettare i certificati ambientali emessi dai Paesi Mercosur, anche se inaffidabili.

Sempre più cittadini scelgono consapevolmente prodotti più sostenibili, anche riducendo il consumo di carne. L’accordo, al contrario, punta ad aumentare l’import di carne a basso costo, prodotta con metodi che la maggioranza degli europei considera inaccettabili.

Consumatori e imprese

Gli agricoltori europei devono rispettare regole severe: perché permettere ai competitor di aggirarle?

Uso di ormoni e antibiotici

Negli allevamenti dei Paesi Mercosur è ancora diffuso l’uso di anabolizzanti, antibiotici e sostanze vietate in Europa, come l’atrazina. L’accordo non prevede strumenti per escludere questi prodotti dal mercato europeo, favorendo la resistenza antimicrobica e mettendo a rischio la salute pubblica.

Mancanza di controlli

Le esportazioni verso l’UE potranno essere autorizzate senza ispezioni in loco, basandosi su un generico principio di fiducia verso i sistemi di controllo dei Paesi Mercosur. Una falla enorme che espone i cittadini europei a rischi sanitari e alimentari, minando i controlli di qualità dell’UE.

Concorrenza sleale

Gli allevatori e agricoltori italiani sono sottoposti a regole severe in materia di benessere animale, ambiente e sicurezza. Permettere l’importazione di prodotti a basso costo che non rispettano gli stessi standard mina la competitività di chi fa le cose per bene.

Cosa pensano i cittadini

Facciamoci sentire!

Abbiamo ancora poco tempo per agire!

Jo-Anne McArthur / We Animals
La decisione finale verrà presa nei prossimi mesi, però questo tema è sconosciuto alla larga maggioranza della popolazione. Aiutaci a farlo conoscere coinvolgendo 10.000 persone entro metà settembre.
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