In riferimento al punto 4), unico non sottoscritto tal quale, desidero precisare il motivo, che risiede principalmente nel desiderio di non rendere l’obiettivo divisivo e oggetto di scontro, piuttosto che metterne il principio al centro di un necessario approfondimento e salto culturale.
La non sottoscrizione del punto, in ogni caso, non fa assolutamente venire meno l’impegno
nella costruzione di strumenti per la transizione delle aziende del settore zootecnico, né, tantomeno, nel diffondere la cultura della salubrità e dell’alimentazione bilanciata e sostenibile: occorre invertire la tendenza ad abusare del consumo di carne, promuovendone piuttosto la riduzione, ed elevandone al contempo la qualità tanto in termini di riduzione di tutte le fonti di crudeltà nell’allevamento, trasporto e macellazione, tanto in termini di salubrità dell’ecosistema, contrasto alle zoonosi e al proliferare dell’antibiotico resistenza (tra i principali rischi per la salute collettiva segnalati dall’OMS).