Lo scorso 19 giugno, alla presenza anche della MEP italiana Carolina Morace, firmataria dei 10 punti del Manifesto della campagna Vote for Animals, l’Intergruppo sul Benessere Animale si è riunito a Strasburgo, al fine di discutere le criticità dell’accordo commerciale tra l’Unione europea e i Paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay), per quanto riguarda i diritti degli animali e il loro benessere.
La bozza dell’accordo al momento non prevede alcuna disposizione a tutela del benessere animale. I MEPs intervenuti alla seduta hanno manifestato la necessità di apporre delle clausole di salvaguardia in grado di assicurare che i Paesi del Mercosur garantiscano gli stessi standard di benessere animale previsti dalla normativa europea per i prodotti che saranno esportati verso l’Ue.
Ad oggi, la maggioranza dei prodotti importati dal Mercosur non sono in grado di rispettare minimamente la disciplina europea in tema di benessere animale, in quanto tali Paesi fanno spesso affidamento su pratiche di allevamento intensivo, foraggiando attività di crudeltà nei confronti degli animali, oltre a contribuire a fenomeni lesivi dell’ambiente circostante, come la deforestazione: l’accordo commerciale lancia un segnale controproducente alle aziende europee, rendendo vani i loro sforzi a favore di una transizione verso una produzione sostenibile.
La richiesta di evitare questo accordo e la necessità di apporre clausole di salvaguardia a tutela del benessere animale è stato sostenuto da larga parte della società civile in entrambi i continenti: più di 40 ong brasiliane, parlamentari e accademici hanno pubblicamente chiesto l’inserimento di previsioni a tutela del benessere animale all’interno dell’accordo economico, che dovrebbe avere la priorità di proteggere gli animali, salvaguardare la salute pubblica e avanzare la sostenibilità in entrambi i continenti.
Alla riunione è intervenuta anche Lucienne Cavalcante, deputata federale del Congresso nazionale brasiliano, che ha espresso le proprie perplessità verso un patto che non considera il benessere animale, men che meno la maniera indegna con cui gli animali sono trattati dall’industria zootecnica in Brasile: “è estremamente scioccante come, da un lato, l’Ue spinga verso un tipo di legislazione in grado di proteggere i diritti degli animali, conferire dignità e lottare per il loro benessere e, dall’altro, la stessa Ue concluda accordi con Paesi che vendono gli stessi animali, allevati però senza alcuno standard di dignità. Attraverso questo trattato abbiamo l’opportunità storica per poter elevare qui in Brasile le leggi e la forma con cui gli animali sono trattati, garantendo loro dignità e benessere all’interno dell’industria zootecnica”.
Per Daniel Pérez Vega, Project Officer Trade & Animal welfare di Eurogroup for Animals. l’accordo sarà molto sfavorevole per il benessere animale, perché l’unico settore in cui è previsto un allineamento alla normativa europea più garantista è quello della produzione di uova, mentre in realtà la maggior parte dei prodotti che i Paesi del Mercosur esportano verso l’Ue sono manzo e pollame.
Per di più, saranno ammesse tecniche di allevamento suscettibili di causare gravi violazioni del benessere e della salute degli animali, che la normativa europea vieta oppure si sta impegnando a eliminare gradualmente, come l’uso delle gabbie, le mutilazioni tipo il debeccaggio, o ancora l’impiego di razze ad accrescimento rapido che comportano una serie di complicazioni fisiche agli animali, nonché l’utilizzo di feedlots, cioè sistemi di allevamento intensivo di vitelli, suscettibili di provocare gravi danni irreversibili alla salute degli animali – malattie respiratorie in primis -, nonché un alto livello di inquinamento dell’acqua, del suolo e dell’aria.
Per Pérez Vega, è necessario spingere affinché l’annunciata revisione della legislazione europea sul benessere animale si applichi a tutti i prodotti, anche quelli importati per assicurare il rispetto dei nuovi standard di tutela, che vanno di pari passo con la nuova sensibilità e le nuove tecniche di allevamento, anche nei confronti degli animali allevati nei Paesi del Mercosur.
La grande maggioranza dei cittadini europei supporta il necessario rispetto di standard minimi di benessere animale: secondo i dati dell’Eurobarometro del 2025 sulla PAC, l’88% dei cittadini europei ritiene che i prodotti agroalimentari importati nell’Ue dovrebbero entrare solo se sono rispettati gli standard ambientali e di tutela del benessere animale previsti dalla normativa europea.
Possibili rischi
- La nuova legislazione non deve limitarsi solo all’eliminazione delle gabbie per le galline ovaiole: la maggior parte dei prodotti provenienti dai Paesi del Mercosur comprende pollame e manzo, quindi se la nuova normativa non prevede disposizioni a tutela di polli e vitelli, i prodotti importati in tali settori non potranno beneficiare di standard più alti.
- Prima dell’effettiva applicazione della nuova legislazione, si dovrà attendere un periodo di transizione, tra i 5 e 7 anni , mentre l’applicazione dell’accordo Ue-Mercosur potrebbe avvenire molto prima, probabilmente anche il prossimo anno, creando una sorta di enorme gap temporale.
- Difficoltà nell’assicurare che gli standard più alti siano effettivamente rispettati nei Paesi del Mercosur: gli audit della DG Santé della Commissione europei nei settori di maggiore esportazione verso l’Ue non hanno sollevato grandi speranze di poter garantire l’effettiva applicazione degli standard di benessere previsti dalla normativa europea.
Pérez Vega conclude il suo intervento mostrando tutte le sue perplessità verso un accordo che sembra non avere alcuna minima considerazione verso il benessere degli animali, nonostante l’atteggiamento delle istituzioni europee negli ultimi anni stesse facendo passi in avanti verso tale direzione: “Un tale accordo non può e non deve essere ratificato a meno che per i prodotti più rilevanti di importazione dal Mercosur, non siano garantiti gli standard europei”.