Le elezioni per la composizione del nuovo Parlamento europeo dell’8 e 9 giugno scorsi sembrano ormai lontane: dopo la nomina dei 720 eurodeputati/e – 76 membri sono quelli eletti dalle cittadine e cittadini italiani, 15 dei quali si sono impegnati a sottoscrivere il pledge della campagna Vote for Animals – per il quinquennio 2024-2029, cosa sta succedendo all’interno delle Istituzioni dell’Ue?
A luglio, Il nuovo europarlamento ha eletto Ursula von der Leyen come Presidente della Commissione europea per la seconda volta con 401 voti a favore, superando la maggioranza necessaria di 360. I Capi di Stato o di governo dei 27 Stati membri hanno in seguito proposto i propri candidati per i posti di commissario europeo e, dopo l’estate, il Parlamento ha organizzato una serie di audizioni pubbliche nelle commissioni competenti: l’intero collegio è stato approvato dal Parlamento lo scorso 17 settembre con 370 a favore, 282 contrari e 36 astenuti.
Una delle principali novità della legislatura europea 2024-2029 per quanto riguarda i diritti degli animali è l’introduzione di un Commissario per il benessere animale: al Commissario originariamente designato a occuparsi di salute è stata attribuita esplicitamente anche la delega al benessere animale, ascoltando la richiesta di centinaia di migliaia di cittadine e cittadini, nonché numerose associazioni finalizzate alla protezione dei diritti animali in tutta l’Unione europea.
Un ruolo fondamentale per arrivare a una svolta è stato ricoperto dall’associazione GAIA Belgio – membro attivo di Eurogroup for Animals – che ha promosso la campagna #EUforanimals, tramite la quale, registrando il coinvolgimento diretto di più di 310.000 cittadini e oltre 200 europarlamentari nella scorsa legislatura, a cui si aggiungono già più di 100 europarlamentari nella nuova, ha spinto l’Ue a riconoscere ufficialmente l’importanza di un avanzamento nella tutela dei diritti degli animali, attribuendo una delega specifica al commissario designato.
La necessità di individuare una figura all’interno della Commissione in grado di farsi carico direttamente delle tematiche relative ai diritti degli animali è stata raccolta anche dalla coalizione per la campagna Vote for Animals, che aveva inserito tra i 10 punti del proprio Manifesto l’obbligo di istituire un Commissario per il benessere animale. E’ opportuno anche sottolineare l’importanza di mantenere il Commissario per il benessere animale sotto la DG Santé, garantendo un approccio One Health, diretto ad assicurare un miglioramento allo stesso tempo della salute degli animali, dell’ambiente e degli esseri umani.
Per il ruolo di commissario per la salute e il benessere animale è stato proposto l’ungherese Olivér Várhelyi, una figura che ha suscitato non poche perplessità a causa della sua vicinanza a Fidesz, il partito di Viktor Orban e l’assenza di competenza specifica in materia sanitaria e di benessere animale. In un primo momento, la nomina di Várhelyi è stata considerata fortemente controversa dagli esponenti di vari partiti, fatta eccezione per quelli di estrema destra ed ECR (Conservatori e Riformisti Europei); lo scorso 6 novembre, le commissioni parlamentari incaricate lo hanno sottoposto a un’audizione dalla durata di più di tre ore sui punti fondamentali dei dossier che il Commissario dovrà affrontare.
Per quanto riguarda il benessere animale, Várhelyi ha riconosciuto che l’avanzamento legislativo della tutela degli animali è una tematica di forte interesse per l’opinione pubblica europea. L’Eurobarometro di maggio 2021 ha registrato la necessità di assicurare una maggiore tutela del benessere animale, richiesta dall’82% dei cittadini e cittadine; per di più, un sondaggio somministrato dalla Commissione europea a marzo 2023 ha evidenziato che il 90% dei cittadini e cittadine europee richiede il rispetto di “requisiti etici di base” nell’allevamento, e il 60% si dice disposto a spendere di più per acquistare prodotti provenienti da sistemi di allevamento rispettosi del benessere degli animali.
Nel giugno 2021, nel corso del suo primo mandato, la Presidente von der Leyen ha riconosciuto l’enorme successo dell’Iniziativa dei Cittadini Europei “End The Cage Age”, che ha raccolto la sottoscrizione di circa 1,4 milioni di cittadini e cittadine in meno di un anno e ha promesso una completa revisione della normativa sul benessere animale, nonché il superamento dell’uso delle gabbie negli allevamenti, nell’ambito della strategia “Farm to Fork”, in attuazione dell’European Green Deal. Tuttavia, la Commissione ha ceduto alle pressioni della lobby dell’industria zootecnica e ha disatteso l’impegno formalmente preso.
Sul punto, il commissario ungherese, nel corso della sua udienza, ha manifestato la sua intenzione di dare forte priorità al dossier contenente le riforme mancate dalla precedente Commissione: fin dall’inizio dei lavori, ha promesso davanti all’europarlamento di presentare una proposta per l’eliminazione delle gabbie negli allevamenti e si adopererà affinché le proposte di regolamento sul trasporto di animali vivi e la riforma della disciplina degli animali d’affezione giungano a compimento.
Sul piano dell’agricoltura, lo scorso settembre, è stata approvata all’unanimità la relazione finale del dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura nell’UE, dal titolo “Una prospettiva condivisa per l’agricoltura e l’alimentazione in Europa“. La relazione redatta da 29 tra i principali portatori di interessi del settore agroalimentare europeo, della società civile, delle comunità rurali e del mondo accademico, presenta una valutazione delle sfide e delle opportunità nel settore agricolo, seguita da una serie di raccomandazioni. Si tratta di idee dirette a definire una visione comune per la filiera agroalimentare e i vari stakeholders coinvolti, con lo scopo di rendere i sistemi agroalimentari dell’Ue competitivi, resilienti, diversificati e sostenibili. La Commissione valuterà alacremente le raccomandazioni contenute nella relazione che propongono di istituire una nuova piattaforma per riunire i soggetti del settore agroalimentare, della società civile e del mondo scientifico per continuare la riflessione sulle strategie volte a rendere i sistemi agroalimentari più sostenibili e resilienti.
Gli stakeholders sottolineano la centralità che la produzione alimentare e agricola rivestono nella società europea e quanto la diversità della produzione alimentare e agricola rappresenti una risorsa significativa. I membri del dialogo strategico concordano sul fatto che gli aspetti della sostenibilità economica, ambientale e sociale nel settore agroalimentare possono rafforzarsi a vicenda, in particolare se sostenuti da misure politiche coerenti.