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Più tutele per cani e gatti: il Parlamento europeo si esprime sulle nuove norme riguardanti i pets

Giovedì 19 giugno, il Parlamento europeo ha approvato in prima lettura la proposta di regolamento della Commissione europea sul benessere di cani e gatti e la loro tracciabilità, presentata a dicembre 2023 come primo passo di una riforma della legislazione europea sul benessere animale fino a oggi mestamente disattesa. La mancanza di una nuova normativa sui pets ha creato un’importante lacuna nel diritto dell’Unione europea: secondo uno studio presentato dalla Commissione, nell’Ue ci sono 127 milioni di gatti e 104 milioni di cani e circa il 44% dei cittadini europei convive con un animale domestico: il commercio di cani e gatti è cresciuto notevolmente negli ultimi anni, con un valore annuo stimato di 1,3 miliardi di euro. Con 475 voti a favore, 17 contrari e 86 astensioni, l’Eurocamera introduce i primi standard minimi di tutela in materia di gestione, alloggio e allevamento di cani e gatti.

Principali miglioramenti approvati dagli eurodeputati alla proposta di regolamento della Commissione:

a) Divieto di vendita nei negozi di animali
È vietata la vendita di cani e gatti nei negozi di animali: si tratta di un divieto già in vigore in alcuni Stati membri, ma che rappresenta un primo passo verso la fine della commercializzazione degli animali da compagnia.

b) Obbligo di identificazione e registrazione per tutti gli animali, non solo quelli in vendita
Attualmente la registrazione degli animali domestici è obbligatoria in 24 Stati membri dell’Ue, ma i sistemi sono frammentati. Solo un’iniziativa privata, Europetnet, collega i database nazionali e regionali di 17 Paesi.

Il testo approvato dal Parlamento europeo sancisce l’obbligo di identificazione individuale di tutti i cani e gatti sul territorio dell’Ue tramite microchip.
I cani e gatti dotati di microchip devono essere registrati in banche dati nazionali interoperabili a livello europeo. I numeri di identificazione dei microchip, insieme alle informazioni concernenti la banca dati nazionale corrispondente, dovrebbero essere conservati in un’unica banca dati indicizzata gestita dalla Commissione.

Inoltre, i cani e i gatti importati da Paesi terzi a scopo di vendita dovrebbero essere dotati di microchip prima dell’ingresso nell’Unione europea e poi registrati in una banca dati nazionale. Invece, per quanto riguarda i proprietari di animali che entrano nell’Ue, si richiede la preregistrazione dei loro animali in una banca dati online, almeno cinque giorni lavorativi prima dell’arrivo.
Per evitare che cani e gatti entrino nel territorio dell’Ue come animali da compagnia non commerciali per poi essere successivamente venduti, i deputati vogliono estendere tali obblighi anche alle importazioni per scopi non commerciali.

Joe Moran, direttore dell’ufficio europeo di Four Paws international, ha accolto con forte entusiasmo l’approvazione degli emendamenti sull’obbligo di microchip e registrazione: “Oggi gli eurodeputati hanno finalmente compiuto un passo che aspettavamo da anni e che potrebbe porre fine al commercio illegale di animali da compagnia una volta per tutte in Europa”.

c) Primo passo verso l’introduzione di una Lista Positiva europea circa la detenzione e la vendita
Il Parlamento europeo ha lasciato la porta aperta alla possibilità di estendere in futuro le tutele del nuovo Regolamento ad altri animali da compagnia. La maggioranza ha approvato l’emendamento riguardante l’introduzione di una Lista Positiva: solo le specie diverse da cani e gatti ritenute idonee potranno essere detenute e vendute come animali da compagnia.

d) Standard minimi di tutela degli animali negli allevamenti
È stato approvato l’emendamento che vieta l’allevamento tra genitori e figli, nonni e nipoti, così come tra fratelli e sorelle, anche solo da un genitore in comune. Inoltre, i MEPs hanno anche ottenuto un divieto di allevamento di cani o gatti con caratteristiche morfologiche eccessive che comportino un elevato rischio di effetti negativi sul loro benessere, nonché il divieto di utilizzo di questi animali – e di cani e gatti mutilati – in mostre, esposizioni o competizioni.

Negli allevamenti dovrebbero essere vietate le pratiche di legare gli animali, tranne quando necessario per cure mediche, e l’uso di collari a punte o a strozzo privi di dispositivi di sicurezza.

La responsabile del programma Animali da compagnia di Eurogroup for animals, Iwona Mertins, ha accolto con entusiasmo l’estensione del campo di applicazione della disciplina anche ai piccoli allevatori: “Questo è un passo importante, soprattutto nei Paesi in cui l’80% degli allevatori produce meno di quattro cucciolate all’anno. Senza questo provvedimento, rimarrebbe una grande lacuna”.

La relatrice e presidente della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale (AGRI),Veronika Vrecionová (ECR) ha dichiarato: “Si tratta di un chiaro passo avanti contro l’allevamento illegale e l’importazione irresponsabile di animali da paesi terzi. Sebbene sarà necessario un ulteriore dialogo per definire meglio alcuni aspetti, credo che siamo uniti dall’obiettivo comune di tutelare il benessere di cani e gatti. Questo impegno condiviso rappresenta un solido punto di partenza per un confronto costruttivo con la Commissione e il Consiglio“.

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