Mercoledì 23 luglio, le associazioni Animal Law Italia, Animal Equality, CIWF Italia, Esseri Animali, LAV e LNDC, membre della coalizione “Vote for Animals”, hanno lanciato una petizione online rivolta al Governo e ai parlamentari italiani per chiedere di opporsi in ogni sede possibile alla ratifica dell’accordo commerciale tra Unione europea e Paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Uruguay, Paraguay), che non prevede alcun obbligo di rispettare standard di benessere animale equivalenti a quelli europei, di fatto mettendo il profitto davanti alla salute dei cittadini, degli animali, dell’ambiente.
Assenza di clausole di salvaguardia del benessere animale
L’accordo non impone ai Paesi del Mercosur alcun obbligo vincolante sul benessere degli animali. I prodotti esportati dai Paesi sudamericani sono realizzati attraverso pratiche intensive e a basso costo, suscettibili di provocare gravi danni psicofisici agli animali, costretti a vivere in condizioni estreme: mutilazioni senza anestesia, polli a crescita rapida ammassati in strutture senza limiti di densità, vitelli allevati in feedlot, cioè impianti di allevamento intensivo dove gli animali sono confinati in spazi ristretti e alimentati con una dieta specifica per favorire la rapida crescita e l’aumento di peso. Questo metodo è utilizzato per massimizzare l’efficienza della produzione di carne, riducendo i costi e i tempi necessari per portare gli animali alla macellazione, provocando però danni irreversibili alla loro salute – malattie respiratorie in primis -, nonché un alto livello di inquinamento dell’acqua, del suolo e dell’aria.
Tutto ciò è vietato o regolato nei Paesi europei, tuttavia l’accordo permetterebbe l’ingresso libero di tali prodotti: questo contrasta direttamente con la strada intrapresa dalla Ue, che ha avviato un percorso di riforma della legislazione sul benessere animale per vietare le gabbie, ridurre mutilazioni e fermare l’uso di razze a crescita rapida.
Le Associazioni firmatarie della petizione denunciano fermamente l’accordo Ue-Mercosur:
“Questo testo rappresenta una minaccia inaccettabile per il benessere animale, la sicurezza alimentare e la tutela dell’ambiente. Nella sua formulazione attuale, consentirebbe ad esempio l’importazione di carne e pellame proveniente da allevamenti dove sono ancora permesse mutilazioni senza anestesia, uso di ormoni della crescita, antibiotici e condizioni di allevamento vietate in UE”.
Concorrenza sleale nei confronti dei produttori europei
Le associazioni animaliste denunciano anche l’ipocrisia: le istituzioni europee impongono regole sempre più severe ai propri agricoltori, ma non pretendono gli stessi impegni dai partner commerciali extra-Ue. Ciò crea una concorrenza sleale, che danneggia i piccoli produttori e i consumatori che cercano qualità e sostenibilità: l’accordo è infatti suscettibile di provocare un grave danno ai produttori italiani ed europei, che continueranno a essere soggetti a regolamentazioni molto ferree, ma subiranno la concorrenza dei Paesi del Mercosur, che hanno poca o nessuna regolamentazione.
Gli allevatori e agricoltori italiani sono sottoposti a regole severe in materia di benessere animale, ambiente e sicurezza. Permettere l’importazione di prodotti a basso costo che non rispettano gli stessi standard mina la competitività di chi fa le cose per bene.
In caso di ratifica, l’accordo permetterà l’ingresso di prodotti ottenuti con standard produttivi che il nostro Paese reputa inaccettabili senza che i consumatori ne siano informati.
I cittadini non vogliono questo accordo
Sempre più cittadini scelgono consapevolmente prodotti più sostenibili, anche riducendo il consumo di carne. L’accordo, al contrario, punta ad aumentare l’import di carne a basso costo, prodotta con metodi che la maggioranza degli europei considera inaccettabili.
Secondo l’Eurobarometro sulla PAC (2024), il 52% degli italiani considera l’agricoltura molto importante per il futuro dell’Europa, il 45% percepisce un peggioramento della sicurezza alimentare rispetto a 10 anni fa e secondo l’Eurobarometro sul benessere animale (2023) l’89% degli italiani vuole una maggiore tutela per gli animali da allevamento e l’87% ritiene che le stesse regole debbano valere anche per i prodotti importati.
“Ratificare l’accordo Ue-Mercosur ignorando queste istanze significherebbe tradire l’interesse pubblico e la volontà della maggioranza dei cittadini” – proseguono le associazioni – “Per questo, invitiamo tutti a firmare la petizione per chiedere al Governo italiano di pretendere reciprocità nelle regole, per non rendere i consumatori complici inconsapevoli di pratiche che rifiutano”.