In vista del voto di sabato 8 e domenica 9 giugno, abbiamo interrotto la raccolta delle adesioni alle 23:59 di venerdì 6 giugno.
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Mi impegno ad appoggiare l’eliminazione progressiva delle gabbie negli allevamenti, rispettando le richieste dell’Iniziativa dei Cittadini Europei “End The Cage Age” e mantenendo il primo positivo impegno pubblico preso dalla Commissione UE.
Nel 2019 la petizione ha raccolto oltre 1 milione e 400 mila firme certificate tra i Paesi Membri dell’Unione Europea; un dato che mostra la sempre maggiore sensibilità della società europea verso il benessere e le condizioni di vita degli animali allevati.Un numero davvero consistente di cittadine e cittadini ha fatto sentire la propria voce contro l’uso delle gabbie negli allevamenti: il risultato di tale iniziativa segnala l’urgenza di ridurre la sofferenza di milioni di animali e traghettare la zootecnia verso un futuro più etico e sostenibile.
Il 30 giugno 2021 la Commissione UE ha manifestato pubblicamente la propria volontà di presentare, entro il 2023, una proposta legislativa per l’eliminazione progressiva delle gabbie entro il 2027. Tuttavia, la Commissione è venuta meno al proprio impegno.
Mi batterò affinché la Commissione UE mantenga la propria promessa.
Nell’ambito della strategia “Farm to Fork”, la Commissione UE aveva già manifestato l’intenzione di proporre una revisione decisiva e completa della legislazione sul benessere animale entro la fine del 2023, per poi venire meno al proprio impegno.
Chiedo l’eliminazione di pratiche crudeli, quali il debeccaggio delle galline ovaiole e l’uso di razze geneticamente selezionate, come quelle a rapido accrescimento utilizzate per i polli “da carne”.
Mi batterò per fermare la pratica abominevole della triturazione dei pulcini maschi.
Prometto di lottare al fine di vietare l’introduzione dell’allevamento dei polpi e di includere i pesci e gli invertebrati d’acqua nella normativa di tutela.
Chiedo di introdurre l’obbligo dello stordimento pre-macellazione per tutti gli animali, in modo da salvaguardarli da inutili e ingiustificate sofferenze.
Chiedo il riconoscimento dello status di Santuario per i rifugi di animali salvati.
Prometto una revisione della Politica Agricola Comune con l’adozione di opportuni strumenti legislativi ed economici per favorire in tempi rapidi la riconversione delle aziende zootecniche verso forme più sostenibili, partendo dall’eliminazione dell’uso delle gabbie e dalla riduzione del numero degli animali allevati.
Chiedo l’attuazione di una politica commerciale in cui i prodotti importati abbiano standard di benessere animale pari o superiori a quelli realizzati nell’Unione Europea.
Mi impegno a rispettare le direttive europee “Habitat” e “Uccelli”, pilastri della legislazione sulla preservazione del patrimonio naturale dell’Europa e ad estendere la protezione a specie nuovamente in pericolo come orsi o lupi. Sostengo che sia necessario garantire il mantenimento delle specie e degli habitat contemplati o il loro ripristino a uno stato di conservazione favorevole nella loro area naturale di diffusione interna all’UE.
Prometto di sostenere i Centri di recupero della fauna selvatica e di battermi per disincentivare l’uso di animali per finalità di intrattenimento.
Chiedo di introdurre il divieto di importazione, esportazione e riesportazione dei trofei di caccia da animali protetti dalla Convenzione di Washington (CITES).
A sostegno dell’Iniziativa dei Cittadini Europei “Stop Finning – Stop The Trade” che ha raggiunto circa 1 milione e 200 mila firme, lotterò affinché sia sancito il divieto della pratica dello “spinnamento”, dell’importazione, esportazione e transito delle pinne di squalo all’interno dell’UE.
Sostengo l’Iniziativa dei Cittadini Europei “Fur Free Europe”, che ha raccolto più di 1,5 milioni di firme certificate per impedire definitivamente l’allevamento di animali per la produzione di pellicce, nonché l’immissione di prodotti realizzati con pellicce animali nel mercato europeo.
Milioni di animali selvatici sono costretti a vivere rinchiusi in anguste e oscure gabbie, raggiungendo livelli di stress molto elevati a causa dell’impossibilità di dare libero sfogo alle loro complesse esigenze comportamentali, che sarebbero facilmente soddisfatte in natura.
È giunto il momento di porre fine a tale sofferenza.
L’allevamento di animali da pelliccia rappresenta un rischio non solo per il benessere degli animali, ma anche per la salute pubblica: negli anni della pandemia da COVID-19, centinaia di allevamenti di visoni sono stati presi d’assalto e migliaia di animali sono stati infettati dal virus. A causa di questi episodi, virologi e scienziati hanno scoperto l’avvenuta trasmissione di nuove varianti di SARS-CoV-2 dagli animali all’uomo.
L’allevamento di animali da pelliccia provoca anche forti danni al nostro ecosistema: si tratta di una pratica insostenibile, caratterizzata da un forte impatto sull’ambiente e una seria minaccia per la biodiversità autoctona.
Mi batterò affinché sia inserita nella proposta una normativa completa e decisiva, finalizzata a contrastare il traffico di cuccioli, con disposizioni riguardanti l’allevamento, il trasporto e la vendita.
Prometto di lottare per il riconoscimento di uno status e, conseguentemente, di una disciplina di favore per canili, gattili e rifugi di animali salvati, tenendo conto del loro significativo ruolo di utilità sociale.
Mi impegno affinché il benessere degli animali venga integrato esplicitamente nella qualifica del relativo Commissario europeo (salute e sicurezza alimentare)e prometto inoltre di fare sì che le commissioni del Parlamento europeo lavorino sul benessere degli animali nell’UE seguendo l’approccio One Health, considerando in modo sostenibile la salute dei cittadini, degli animali e dell’ambiente.