– L’esito della votazione
Lo scorso 8 maggio, il Parlamento europeo ha approvato la proposta della Commissione circa la modifica della Direttiva “Habitat” (92/43/CEE), al fine di adeguarla al nuovo testo della Convenzione di Berna sulla Conservazione della Fauna Selvatica e gli Habitat Naturali, che ha sancito il declassamento dello status del lupo da specie “rigorosamente protetta” a solamente “protetta”.
Con 371 voti a favore, 162 contrari e 37 astensioni, l’Eurocamera mettere ancora più a rischio la presenza del lupo sul territorio europeo: come era già stato precisato in un precedente articolo, fino a oggi, la legislazione europea a tutela del lupo in quanto “specie strettamente protetta” ha impedito che gli individui potessero essere deliberatamente uccisi, catturati o disturbati: solo in circostanze eccezionali, ad esempio per motivi di sicurezza pubblica, un esemplare avrebbe potuto essere soppresso, qualora non vi fossero state altre soluzioni possibili. In seguito al declassamento dello status come “specie – solamente – protetta”, il lupo è passato a un grado di protezione meno vincolato e sarà più semplice abbattere esemplari, anche se in modo controllato.
Per entrare in vigore, è necessario il voto del Consiglio: si tratta di una pura formalità, visto che ha approvato lo stesso testo lo scorso 16 aprile. La direttiva entrerà in vigore 20 giorni dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Ue: da quel momento, gli Stati membri avranno quindi 18 mesi di tempo per conformarsi.
– Dichiarazioni degli stakeholders
La capodelegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento Ue, Valentina Palmisano, aveva manifestato il proprio malcontento in una nota già prima della votazione: “Declassare lo status di protezione del lupo è un errore imperdonabile. Attualmente, il lupo è tutelato da rigorose misure di protezione previste dalla Direttiva Habitat. Riteniamo che non esista una base scientifica per questa proposta di declassamento e che questa possa mettere a rischio il processo di recupero della specie”.
“I lupi sono fondamentali per ecosistemi sani, ma il voto di oggi li tratta come un problema politico, non come una risorsa ecologica”, ha dichiarato Ilaria Di Silvestre, Direttrice delle Politiche e dell’Advocacy per l’Europa presso l’International Fund for Animal Welfare (IFAW). “Non esistono dati che giustifichino un abbassamento del loro livello di protezione, ma le istituzioni europee hanno scelto di ignorare la scienza. Le decisioni prese in base a interessi politici, anziché sulla base dei fatti, rischiano di vanificare decenni di progressi nella conservazione delle specie”.
La vicepresidente dell’Intergruppo sul Benessere animale, Annalisa Corrado, ha mostrato tutto il suo disappunto per l’esito della votazione: “Quella presa oggi è una decisione arbitraria, non supportata da alcuna evidenza scientifica: l’ultima valutazione della Direttiva Habitat mostra che in sei delle sette regioni biogeografiche dell’Unione le popolazioni di lupo restano in condizioni sfavorevoli. Un passo indietro importante che mina il lavoro fatto finora”
A margine della votazione, si è pronunciata anche Cristina Guarda, eurodeputata dei Verdi e sottoscrittrice dei 10 punti del Manifesto di Vote for Animals, insieme a Valentina Palmisano e Annalisa Corrado. “Questa scelta, motivata da ragioni populiste e antiscientifiche, è un segnale preoccupante per il futuro della specie e per l’efficacia delle misure di prevenzione già in atto. Il declassamento rischia infatti di compromettere la destinazione dei fondi LIFE, cruciali per le attività di gestione e tutela nei territori interessati. Senza questi strumenti, la convivenza tra il lupo, gli allevatori e le comunità locali diventa ancora più difficile e costosa: le risorse per la coabitazione, infatti, saranno destinate ad altre specie. Così, la politica volta le spalle a chi vive quotidianamente il conflitto con la fauna selvatica, lasciandolo senza il necessario supporto economico e tecnico”.
Per Léa Badoz di Eurogroup for Animals, questo è un giorno triste per la biodiversità e per gli animali selvatici: “Un tempo, l’Ue era orgogliosa di essere leader nella protezione della natura. Oggi vediamo specie fondamentali come il lupo sacrificate per interessi politici a breve termine che non porteranno beneficio a nessuno. Ora gli Stati membri devono assumersi le proprie responsabilità e agire correttamente. Se vogliamo davvero salvare la natura europea, i lupi devono continuare a essere rigorosamente protetti”.
In effetti, nonostante il voto del Parlamento europeo, gli Stati membri possono ancora scegliere di mantenere il lupo tra le specie rigorosamente protette nella legislazione nazionale, anche attraverso il riconoscimento di una tutela più estesa. Gli Stati membri restano infatti legalmente obbligati a garantire che le popolazioni di lupo raggiungano e mantengano uno stato di conservazione favorevole e ad applicare misure di monitoraggio che potrebbero comportare divieti di caccia temporanei o locali.
– La situazione in Italia
In Italia, tuttavia, la situazione è poco incoraggiante: nei giorni scorsi, l’Assemblea della Camera dei Deputati e le Commissioni Agricoltura di Camera e Senato hanno già votato a favore del declassamento dello status di protezione del lupo. Nel caso in cui il ddl Montagna venisse approvato nella sua forma attuale, la legge italiana si adeguerebbe automaticamente alle modificazioni della Direttiva “Habitat”, in attuazione della Convenzione di Berna: in questo modo, il declassamento dello status del lupo sul territorio interno sarebbe reso immediatamente operativo, senza alcun bisogno di armonizzare la normativa nazionale a quella europea.